Pagine Romaniste
·26 ottobre 2025
Greco: “Luis Enrique un visionario, ma a Roma fu trattato come un incapace”

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·26 ottobre 2025

Leandro Greco, ex centrocampista cresciuto nel vivaio giallorosso, ha ripercorso la sua carriera in un’intervista a Fanpage, tra emozioni, rimpianti e grandi maestri di calcio.
Tornare sulla panchina della Roma cos’è, un semplice obiettivo o solo un sogno?
“Ho appena cominciato a fare l’allenatore, mi sembra prematuro fare questo tipo di discorsi. Non è per sviare la domanda, tutti conoscono il mio attaccamento alla Roma, ma direi che per il momento sono messi molto bene…”.
Greco ha lavorato con Gasperini al Genoa nella stagione 2014/2015, e oggi si ritrova a commentarlo alla guida della Roma.
Che effetto le fa vederlo sulla panchina giallorossa e si aspettava, da lui, una carriera così importante?
“Sì, me lo sarei aspettato. Perché si vedeva subito che aveva concetti di gioco all’avanguardia e una grandissima determinazione. Perché il Gasperini che vedo oggi sulla panchina della Roma è esattamente lo stesso che ho vissuto io, solo che adesso ha raggiunto quella autorevolezza per cui, quando dice o fa qualcosa di ‘tosto’, non viene più guardato come un marziano, come magari succedeva qualche anno fa”.
Ha fiducia nella sua Roma quest’anno?
“Grandissima fiducia, perché in quell’ambiente serviva proprio uno come Gasperini, che non si fa condizionare da un clima molto caldo e spesso umorale e che non ha paura di entrare ‘a gamba tesa’, se serve. Lui va sempre dritto per la sua strada, non lo scalfisce nulla. Mi aspetto che il mister ribalti tutto e sono convinto che farà benissimo”.
Tra i tecnici che lo hanno segnato, un nome su tutti: Luis Enrique.
Gasp è l’allenatore che più di ogni altri ti ha fatto venir la voglia di allenare?
“Ne ho avuti tanti bravi, da Spalletti a Ranieri, passando per Gasperini, ma il tecnico che mi ha veramente cambiato da calciatore, e ha cominciato a farmi ragionare da allenatore, è Luis Enrique. È semplicemente un visionario, talmente avanti nei concetti, nel suo modo di gestire il gruppo e svolgere il suo ruolo, che a Roma purtroppo non è stato capito. Anzi, a volte è stato trattato proprio da incapace, quando invece era semplicemente avanti anni luce. Credo che sia stata un’opportunità persa per tutti…”.
Da tifoso, c’è un momento che non ha mai dimenticato. Qual è il ricordo più bello?
“Sicuramente la vittoria dello Scudetto, anche se quel giorno non ero sugli spalti…”.
Ma, come, uno della Curva Sud che si perde la partita della storia della Roma?
“Ho detto che non ero sugli spalti, non che non ci fossi… (ride, ndr). Ero in campo a fare il raccattapalle…”.
Seguono il debutto in Champions a Basilea, il derby vinto da protagonista e anche il rischio di dire addio al calcio per una setticemia. Poi l’emozione di condividere lo spogliatoio con Totti, le “cassanate” di Cassano e la genialità insopportabile di Pizarro in allenamento.









































