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·18 ottobre 2025
Mago Forest: «Tifo Juventus, farei apparire in rosa questo giocatore. Gattuso? Un collega»

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·18 ottobre 2025
Il Mago Forest, alias Michele Foresta è un grande appassionato di calcio. Alla vigilia della nuova stagione di GialappaShow, si racconta a La Gazzetta dello Sport tra ricordi d’infanzia e aneddoti sul mondo del pallone.
IL CALCIO PER STRADA – «Sì, giocavo molto per strada con il mitico Super Santos e ci inventavamo i campetti nei posti più strani. A Nicosia però i campetti erano tutti in salita o in discesa e spesso chi sceglieva il campo, vinceva. Noi a volte giocavamo in quello vicino alla casa di zio Filippo, un contadino della zona, e quando il pallone finiva nel suo orto, lui non protestava: con il coltello ce lo segava a metà e ci ritirava le due metà per usarle come cappelli. Un altro campetto aveva una porta vicino a un burrone dove la palla cadeva puntualmente. La raccoglieva il portiere se era gol o chi aveva calciato, se non segnava. Quante volte ho fatto su e giù da quel burrone…».
SOGNAVA DI DIVENTARE UN CALCIATORE – «Sì, ma non ero molto portato né da portiere né da centravanti. I miei idoli erano Zoff e Anastasi».
I PRIMI RICORDI DI CALCIO – «Quelle di Messico ‘70 al bar. E poi quelle che la domenica trasmetteva la Rai: in onda andava uno dei due tempi, il più divertente o quello con più gol. Nel mitico stadio di Nicosia non entravamo per non pagare il biglietto e scalavamo Rocca Palta che era una specie di… terzo anello di San Siro. Da lassù si vedeva solo una porta e quello che succedeva dall’altra parte, lo capivamo in base alle reazioni dei giocatori. Come con le partite sulla Rai, era destino che vedessi solo una parte di ciò che succedeva».
SE AVESSE FATTO IL CALCIATORE SAREBBE STATO – «Riserva della riserva della riserva anche nelle partitelle settimanali. Se però parliamo di sogni, sarebbe stato bello essere come Gianfranco Zola. E poi sarei anche Baronetto… Mi piaceva come calciatore e lo stimo come persona. Amavo i “10”: Zola, Platini, Del Piero, Antognoni, Beccalossi, Baggio».
UN CALCIATORE CHE AVREBBE POTUTO FARE IL COMICO – «Quando ho lavorato nei villaggi ho conosciuto un giovane Antonio Conte che era lì in vacanza con Rampulla, Napoli e Alessio. Conte è molto simpatico. Per lavoro sono spesso stato con Demetrio Albertini e anche lui è forte».
TOTTI, BALOTELLI O VIERI: CHI “BUCA” PIÙ LO SCHERMO – «Sono tutti fuoriclasse. A me è simpatico Balotelli che con la Nazionale poteva farci sognare ancora di più. Leggevo che da ragazzo ne combinava parecchie. Mi sarebbe piaciuto fare una trasmissione con lui dal titolo “Una notte con Balotelli”».
DA ALLENATORE, QUALE MODULO UTILIZZEREBBE – «Il 5-5-5. Alla Oronzo Canà».
DA JUVENTINO, CON L’INTERISTA MARCO SANTIN SONO SCINTILLE – «Evito di stare nei suoi paraggi quando gioca l’Inter e per sicurezza anche il giorno prima e dopo. La verità è che lui ci tiene di più; io sono un tifoso tiepido».
SE POTESSE FARE APPARIRE UN GIOCATORE DEL PASSATO NELLA ROSA ATTUALE DELLA JUVE – «José Altafini: abbiamo difficoltà a vincere e ci sarebbe utile uno che entra e decide le partite».
CR7 – «Ronaldo è un alieno che è atterrato anche nella Juve. Sono contento di essermelo goduto. Con noi ha segnato un centinaio di gol, anche se il più bello, quello in rovesciata, lo ha fatto a Torino, ma contro la Juve».
LAVORARE CON UN TIFOSO DEL NAPOLI COME ARBORE – «Un onore. Lui è stato l’altra televisione, l’altra musica, l’altra radio… Spero di aver assorbito un po’ della sua goliardia, il suo non prendersi mai sul serio. A Indietro tutta ero un ragazzino alle prime armi e ho avuto la fortuna di stare con due lupi di mare come lui e Frassica. Se sono sulla strada giusta, e ancora non so se lo sono, il merito è anche loro».
L’ITALIA AL MONDIALE – «Troppo saltarne tre di fila. Non ci penso neppure».
GATTUSO – «Il collega Gattuso mi piace. In Italia ci sono 60 milioni di allenatori della Nazionale e io sono tra quelli. Si vede che ha voglia di vince e che, come quando giocava, butta il cuore oltre l’ostacolo. Speriamo che l’ostacolo dei playoff non sia troppo alto».
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