Juventusnews24
·30 ottobre 2025
Openda elogiato dalla Gazzetta: «Sbaglia al tiro, ma è una zanzara insidiosa e incontrollabile». La pagella dell’attaccante della Juve

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·30 ottobre 2025

Una scossa, una scommessa, una prestazione difficile da decifrare ma, alla fine, positiva. La prima Juventus del dopo-Tudor, guidata da Massimo Brambilla, ha visto una novità a sorpresa nel cuore dell’attacco: Loïs Openda titolare.L’attaccante belga, reduce da un periodo nerissimo culminato con l’errore clamoroso del Bernabeu, è stato rilanciato dal primo minuto in coppia con Vlahovic. Una mossa che, secondo La Gazzetta dello Sport, ha dato i suoi frutti, con una pagella che sa di promozione.
Per il centravanti belga, il voto finale è un 6,5, una sufficienza piena che ne certifica una prestazione incoraggiante, pur con le solite lacune. Il giudizio del quotidiano sottolinea la difficoltà nel valutare la sua partita, un mix di errori tecnici e di movimenti preziosissimi che hanno messo in crisi la difesa dell’Udinese. La sua prova è stata definita “positiva”, un segnale importante dopo settimane di critiche.
LA GAZZETTA SU OPENDA – «OPENDA 6,5 – Il più difficile da valutare. Sbaglia al tiro, ogni tanto sembra danzare, ma è una zanzara insidiosa, veloce, incontrollabile. Positivo».
L’analisi della rosea è emblematica. Il voto 6,5 nasce da una prestazione a due facce. Da un lato, il grande difetto che si porta dietro da inizio stagione: «Sbaglia al tiro». Anche contro l’Udinese, il belga ha avuto le sue occasioni, ma non è riuscito a trovare la via del gol, mostrando ancora una certa imprecisione negli ultimi sedici metri. Una mancanza di cinismo che resta il suo limite principale.
Dall’altro lato, però, c’è tutto quello che ha fatto per la squadra. L’Openda visto contro i friulani è stato quello che Brambilla (e prima di lui Tudor) sperava di vedere: una «zanzara insidiosa, veloce, incontrollabile». Una definizione perfetta per descrivere il suo lavoro da seconda punta. Non più isolato come terminale unico, ma libero di muoversi su tutto il fronte offensivo, «ogni tanto sembra danzare», creando scompiglio, aprendo spazi per Vlahovic e non dando punti di riferimento ai difensori avversari.
Il suo movimento continuo è stato fondamentale per l’equilibrio del 3-4-1-2 disegnato da Brambilla. Ha dialogato bene con i compagni, ha pressato e ha dimostrato di essere vivo e reattivo, lontano parente del giocatore apatico visto nelle ultime uscite. Quella di ieri è stata la sua miglior prestazione da quando veste il bianconero, non per la precisione, ma per l’impatto sulla manovra.
Questa promozione è una boccata d’ossigeno fondamentale per lui e per la Juventus. Dimostra che il giocatore non è un “bidone”, come qualcuno aveva frettolosamente sentenziato, ma un talento che, forse, aveva solo bisogno del modulo giusto e di un partner d’attacco per esprimersi al meglio. L’errore del Bernabeu non è cancellato, ma la prova contro l’Udinese è un punto di ripartenza. Un segnale importante anche per il nuovo tecnico in arrivo, Luciano Spalletti, che ora sa di poter contare su un giocatore ritrovato, una “zanzara” veloce e fastidiosa.









































