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LazioPress.it

·14 ottobre 2025

Stefano Fiore: "Lazio? Sarri sicuramente è un valore aggiunto, ma la rosa..."

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Ai microfoni di Soccer Magazine è intervenuto un ex biancoceleste: Stefano Fiore.

Classe 1975, l'ex centrocampista ha giocato per la Lazio all'inizio degli anni 2000. La società capitolina, infatti, si è assicurata Fiore dall'Udinese. Nel suo primo anno in biancoceleste, Stefano può vantare ben 30 presenze e 3 gol in Serie A. Sempre con la Lazio, inoltre, l'ex biancoceleste ha vinto la Coppa Italia nella stagione 2003-2004.


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Photo by Paolo Bruno/Getty Images via Onefootball

L'intervista a Stefano Fiore

In questi anni la nazionale sta faticando a qualificarsi ai Mondiali, il Napoli è riuscito a vincere già 2 Scudetti e le gerarchie delle big vedono molto più indietro Lazio e Roma. Ripensando anche a quando giocavi tu, che idea ti sei fatto dell’attuale momento storico del calcio italiano?

Innanzitutto che è cambiato molto da un punto di vista tecnico-tattico, ma soprattutto gestionale. Io credo che oggi sia molto più business e si guardi soprattutto a quello, nella gestione della squadra e dei bilanci. C’è più testa e meno cuore. Una volta esistevano i presidenti padroni, oggi sono tutte multinazionali e a volte non si sa neanche bene chi sia il padrone di una società piuttosto che di un’altra. Sicuramente il danaro la fa ancor più da padrone. Anche ai tempi miei, per carità, chi acquistava i giocatori più forti aveva naturalmente più possibilità di vincere. Oggi realtà come Lazio e Roma – soprattutto la Lazio, perché la Roma ha una società economicamente florida che investe tanto – fanno fatica a stare stabilmente nelle prime quattro. Negli ultimi anni è successo poche volte, mentre negli anni miei si lottava sia per vincere i campionati sia per le posizioni che contano. Oggi si lotta per le coppe cosiddette “minori”, ma questo è dovuto soprattutto alla struttura societaria e agli investimenti che le società possono fare.

A livello internazionale la squadra più solida sembra essere l’Inter: sei anche tu della stessa idea di quelli che pensano che con l’addio di Simone Inzaghi – peraltro tuo compagno alla Lazio – sia comunque meno temibile rispetto all’anno scorso?

No, secondo me Simone ha fatto un bellissimo percorso. Insieme ai giocatori, naturalmente, è stato uno degli artefici di un bellissimo processo di crescita, soprattutto a livello europeo, perché in Italia aveva la squadra più forte per tutti gli anni in cui ha allenato e ha vinto un campionato solo, quindi magari sotto questo punto di vista poteva fare qualcosina di più. Forse ha pagato in campionato ciò che è riuscito a fare in Europa, perché ha fatto due finali di Champions, ma credo abbia dato una dimensione molto importante che tuttora rimane, nonostante sia andato via un allenatore che ha fatto molto bene. L’intelaiatura della squadra è rimasta quella, è stata puntellata secondo me anche in maniera adeguata, quindi credo che possa essere assolutamente competitiva anche quest’anno sia in Italia sia in Europa.

La Lazio sta attraversando uno dei momenti forse peggiori della sua storia: temi che alla lunga possano arrivare persino delle dimissioni di Sarri?

Mi auguro di no. Nel calcio, ovviamente, tutto è possibile. Per quello che riesco a leggere e a percepire credo che lui fosse abbastanza a conoscenza della situazione, soprattutto a livello di mercato, che la Lazio avrebbe attraversato. Questo potrebbe essere un fattore positivo, nel senso che lui sapeva a cosa andava incontro. Conoscendolo come grande professionista, non credo possa essere questa la motivazione per eventuali dimissioni. Di certo lo aspetta un lavoro molto duro perché la squadra l’anno scorso ha fatto una buonissima prima parte di campionato, però via via ha finito in calando, a testimonianza del fatto che avrebbe avuto bisogno di essere puntellata soprattutto in alcuni ruoli. Sarri sicuramente è un valore aggiunto perché è un bravissimo allenatore, conosce l’ambiente. I giocatori più importanti sono rimasti, ma la rosa secondo me non è all’altezza per provare a stare lassù insieme alle grandi. Credo che sarà un anno molto complicato per entrare in Europa. L’inizio non è confortante, c’è da sperare che in qualche modo la squadra si compatti insieme a Sarri e provi a fare un campionato maiuscolo, perché per centrare l’Europa bisogna fare veramente molto bene.

Da mesi si parla di un probabile arrivo di Insigne, che però ricoprirebbe lo stesso ruolo del capitano, Zaccagni. Dato che la Lazio non è impegnata in Europa quest’anno, come vedi l’eventuale convivenza tra i due?

Beh, un eventuale arrivo mi farebbe pensare o a un cambio di modulo – magari con Insigne seconda punta dietro a Castellanos – o a una profondità di rosa più importante. Perché oggi, insomma, se non gioca Zaccagni si fa fatica a trovare un giocatore della sua qualità e all’altezza. Insigne potrebbe essere un’occasione di mercato, che oltre a essere un probabile sostituto potrebbe anche indurre Sarri a rivedere magari il modo di giocare.

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