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·24 novembre 2025

Violenza sulle donne, la ministra Roccella: "Sport fondamentale per trasmettere messaggi"

Immagine dell'articolo:Violenza sulle donne, la ministra Roccella: "Sport fondamentale per trasmettere messaggi"

Nella giornata di ieri, e alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è intervenuta ai microfoni di Lazio Style Channel la ministra Eugenia Maria Roccella a margine dell'iniziativa organizzata dalla società biancoceleste in occasione di Lazio-Lecce, di seguito le sue parole.

L'intervento della ministra Roccella

Questa è un’iniziativa molto bella, e voglio ringraziare la Lazio. Ognuno di noi, dopotutto, è figlio di una donna, e la prima dedica che mi viene da fare è proprio alla mamma. In generale, molti sportivi, quando vincono, pensano subito alla propria madre. Inoltre, nella vita di ciascuno di noi c’è sempre una persona cara, ed è bello ricordare anche questi affetti e dedicare la partita alle donne. Vorrei evidenziare che si tratta di un’iniziativa che mette al centro le relazioni: quelle affettive, quelle che costituiscono la nostra vita.

Continua l'intervento della ministra

La famiglia non va criminalizzata: semplicemente, certe dinamiche si manifestano nelle relazioni più intime, in quelle tra uomo e donna, e quindi inevitabilmente nel contesto familiare. Ma il vero punto da mettere a fuoco è un altro: oggi esiste una nuova libertà femminile, e questo rappresenta una grande trasformazione. Ricordiamo che alcuni cambiamenti legislativi sono avvenuti solo pochi decenni fa, circa cinquant’anni. Le attenuanti per il delitto d’onore sono state abolite appena mezzo secolo fa; forse molti non lo sanno, ma un tempo l’adulterio femminile era punito con due anni di carcere, mentre quello maschile non prevedeva alcuna pena. E molte altre disuguaglianze che conosciamo sono state cancellate solo di recente. È quindi comprensibile che una parte del mondo maschile faccia ancora fatica ad accettare questa libertà conquistata dalle donne: la libertà di dire ‘no’, di andare via, di cambiare vita. A questo cambiamento culturale si affiancano gli strumenti normativi già introdotti: la legge sul femminicidio, che sarà approvata il 25 novembre e che spero venga votata all’unanimità; la legge sul consenso, anch’essa prevista per il 25 novembre nell’altra Camera; e la legge che completa il Codice Rosso, approvata quasi all’inizio del nostro mandato. Queste norme offrono strumenti concreti, ma l’aspetto centrale è un altro: le donne non devono sentirsi sole. Devono sentirsi sostenute nella denuncia, nel percorso per uscire dalla violenza e nel riconoscere la propria forza. Le donne sono forti, non solo vittime, e possono fare moltissime cose. Il nostro compito è accompagnarle, fornire strumenti e far sentire loro che tutta la comunità è al loro fianco. Per questo ringrazio anche questa iniziativa: è importante che anche il mondo dello sport faccia la sua parte.

Conclude la ministra

L’uomo deve essere un compagno, qualcuno che cammina al nostro fianco, non un avversario. Dobbiamo procedere insieme, non uno contro l’altro. Lo sport, in questo senso, è fondamentale perché permette di trasmettere messaggi importanti: quelli della condivisione, della collaborazione, ma anche della capacità di accettare le sconfitte. Il tema dell’uomo che non accetta la decisione di una donna che lo lascia è molto simile all’incapacità di accettare una sconfitta sportiva. Oggi, invece, ciò che conta è imparare a lottare insieme. Proprio questa mattina si è conclusa una splendida manifestazione popolare, una corsa aperta a tutti, uomini e donne, con lo slogan ‘corri libera’. Un’iniziativa pensata per ribadire che serve energia, che dobbiamo trasmettere forza, non vittimismo, e non l’idea che il femminicidio sia un destino inevitabile. Si può prevenire, gli strumenti ci sono, e la battaglia deve essere condivisa da tutti.

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