Bologna Sport News
·13 de outubro de 2025
Bologna, la passione dei tifosi e la questione stadio: il fattore che può dare una svolta

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·13 de outubro de 2025
Nelle ultime stagioni la passione dei tifosi del Bologna è tangibile: in migliaia hanno affollatole tribune del Dall’Ara e sono pronti a farlo anche in questa annata. La questione stadio è però un problema non secondario
Dopo l’ubriacatura di calcio ad alti livelli della passata stagione (38 partite in campionato, 8 in Champions League e 5 Coppa Italia, per un totale di 51 gare giocate), l’entusiasmo per questo Bologna non sembra affatto scemare. Lo testimonia la sottoscrizione degli abbonamenti anche per questa stagione.
In campionato il Bologna F.C. 1909 registra la bellezza di 22.153 tessere sottoscritte, mentre nella “sagra europea” i sostenitori scendono a 18366. I motivi di questa leggera discrasia numerica fra campionato e coppa possono essere diversi a cominciare dalla crisi economica fino ad approdare ai problemi lavorativi che non permettono al comune sostenitore di raggiungere lo stadio nel tardo pomeriggio di un giorno infrasettimanale.
Si consideri peraltro come i cantieri cittadini creino diversi problemi alla circolazione, raddoppiando e in molti casi triplicando i tempi di percorrenza media in città. Il fattore crisi economica non è secondario, viaggia in tutta Europa e peggio ancora in tutto il Mondo (vedasi negli USA con il Governo federale costretto a imporre dazi a destra e manca per rilanciare la propria economia).
E pure nella città delle storiche Due Torri si fanno i conti con un’inflazione importante, in media negli ultimi cinque del +3,48. La città di Bologna reagisce molto bene a questi dati (il reddito pro capite nel 2024 nella provincia bolognese è 28.560,67 euro) e la riprova l’abbiamo attraverso il trend di affluenza nello sport ad alti livelli.
Soffermiamoci sul nostro Bologna, vediamo come la casa dei rossoblu felsinei, lo stadio Renato Dall’Ara, continua a fare registrare una media spettatori importante. Il Bologna è una fede, ci ha insegnato il nostro amato supertifoso Barile.
Bologna, fortino Dall’Ara: i dati di biglietti ed abbonamenti (Ansa Foto) – BolognaSportnews
I dati della passata stagione raccontano di una cornice di pubblico impressionante, felice, festante, emozionata, per certi versi bambinesca in quanto “più bella cosa non c’è” vedere un papà o una mamma tornare bambini al fianco dei propri figli. Emozione pura, come quella trasmessa da Eros Ramazzotti nella poetica “Più bella cosa” .
Nelle 19 partite allo Stadio Dall’Ara sono stati staccati 531.504 tagliandi con una media di 27.974 per ogni evento gara. In particolare gli “aficionados” in campionato nella stagione 2024-25 sono stati 20.000, più quelli usufruitori del servizio ai botteghini che portano al dato complessivo suesposto.
In Champions League gli abbonati al mini pack sono stati circa 20 mila ai quali si aggiungono i tagliandi ai botteghini, per una media spettatori di 95.435. Non ultima la Coppa Italia con 38985 biglietti venduti al “Dall’Ara” e 65 mila staccati alla finale di Roma, organizzata dalla Lega, da suddividere equamente con il club avversario, il Milan, al netto di omaggi staccati. Che non sono pochi. Sia chiaro, e dati ufficiale includono anche quelli degli ospiti avversari.
A Bologna la fame di calcio continua e pare non incontrare crisi, infatti, ci lasciamo alle spalle tre gare di campionato ed una in Europa League. Dicevo appunto 22.153 tessere in campionato, 18.366 in Europa League. Un bel sottoscrivere di fede e di impegno economico.
Complessivamente fra abbonati e acquisto ai botteghini, nelle tre gare casalinghe si sono presentati allo stadio 84.317 anime, mentre nell’unica partita giocata finora n Europa League, contro il Friburgo, gli spettatori al “Dall’Ara” erano 25553.
Parliamo di una media spettatori importante per il territorio bolognese ma non paragonabile alle piazze con bacini d’utenza superiore: a Roma contro il BFC si sono registrati 63.681, a Milano sponda Milan 69.593. Ma ai sostenitori felsinei questo aspetto interessa il giusto. La bomboniera del “Dall’Ara” basta e avanza.
Come abbiamo visto la passione dei rossoblu è ammirabile, ma tuttavia non è l’unica. Nel recente rapporto annuale della FIGC si legge di un record di affluenza negli stadi. Di fatto è un’inversione di tendenza rispetto al passato. Negli ultimi due anni la Serie A si attesta al terzo posto in Europa per presenza alle partite con una media di 14,42 milioni di spettatori considerando campionato, coppe nazionali ed europee, dietro a Germania e Premier League e davanti alla Liga spagnola.
Record affluenza negli stadi: “colpa” delle pay-tv sempre più costose (Ansa Foto) – BolognaSportnews
Il motivo di questo ritorno al passato, azzardo a decifrare, è forse condizionato da un diverso impatto dell’utente con la televisione a pagamento (meglio conosciuta come pay-per-view), che negli ultimi due anni ha incrementato il costo degli abbonamenti dovuto alla crescita del costo produttivo e alle perdite (aleatorie) a causa della pirateria.
Recentemente DAZN ha propinato all’utente telecronache ad una sola voce, senza alcun apporto tecnico qualitativo e voci da bordo campo. In pratica una produzione al ribasso. In questo modo il prodotto diventa opinabile, poco curato e non coinvolgente.
Eppure il costo degli abbonamenti televisivi pesano sulle tasche dei tifosi, ad esempio oggi per vedere il calcio in campionato e in Europa devi sostenere due abbonamenti. Tutta la serie A con TIMVISION-DAZN e Prime costa circa 344,90 euro; per vedere le partite di Europa l’impegno con Now, vincolato a 12 mesi, bisogna impegnarsi con 239,90 euro.
Parliamo di 584,80 euro a famiglia, scrive Calcio Finanza. Significa che se in Italia lo stipendio medio dell’utente è di 32.749 euro, incide sull’1,79 % dello stipendio. Non è poco. Da qui si sta diffondendo una teoria, il calcio non è per tutte le tasche.
In questo momento non mi è possibile fare una comparazione con il costo medio di un tagliando allo stadio più eventuali costi extra (trasporto e un eventuale consumo alimentare), ma in tempi non sospetti, quando subentrò il circo televisivo a pagamento, la scelta dell’utente ricadde sul confort casalingo risparmiando tempo, denaro, rapporti coniugali e salute, se consideriamo lo stato in cui versano gli stadi italiani, assolutamente non adeguati alla richiesta. Rapporti coniugali, già.
Lo scrivo bonariamente: la domenica non si poteva lasciar la moglie a casa sola per andare alla partita di pallone. Il calcio da pantofole e birretta era diventavo un ottimo compromesso in famiglia. Così si sono salvati rapporti famigliari e forse i nostri figli sono cresciuti con una precisa identità calcistica e chissà, forse oggi sono anche i frequentatori dello stadio.
Non dimentichiamo poi gli assembramenti negli esercizi commerciali, in primis bar e pizzerie, diventati nel tempo veri concentramenti di birre, pizze, panini, patatine e sigarette, prima ancora del divieto di fumo nei pubblici esercizi e negli uffici. Ricordo quanta balotta al Bar Ciccio, in Saragozza, insieme al Cev, al secolo Maurizio Cevenini.
Dicevo di inadeguatezza degli impianti, di cui ancora oggi parliamo. Prendiamo lo stadio “Dall’Ara” non propriamente adeguato alle esigenze della società contemporanea che è inevitabilmente mutata. Sia chiaro, così è anche in altri stadi. La mancanza di servizi adeguati, dalla copertura dell’impianto ai bagni obsoleti e alla mancanza di punti ristoro e parcheggi latenti, che alla lunga possono pagare in negativo. Tuttavia, oggi il tifoso risponde presente perché coinvolto emotivamente, ma chissà in futuro.
A proposito del “Dall’Ara” e della sua eventuale ristrutturazione, pochi giorni fa il sindaco di Bologna Matteo Lepore, intervenendo a Dedalus su È TV, è tornato a parlare dell’argomento “stadio”, chiarendo la posizione del Comune, che rimane in attesa di eventi. Vale a dire aspetta una risposta del Bologna Calcio.
Dall’Ara inadeguato: la querelle sul restyling tra Comune e club (Ansa Foto) – BolognaSportnews
A sua volta il Club di Saputo rimane alla finestra attendendo l’eventuale candidatura di Bologna ad Euro 2032, auspicando a chissà quale intervento economico, che pare invece non esserci. La partita – fuori campo – non è semplice poiché, afferma Lepore, lo storico impianto bolognese può ancora vivere per altri vent’anni (“non ha bisogno di una ristrutturazione per poter avere l’agibilità”), ma è evidente, aggiunge il primo cittadino, che un impianto moderno e al passo coi tempi risolverebbe molti problemi, anzitutto ospitare l’Europeo senza riserve e permettere all’utente di usufruire di spazi nuovi e confortevoli.
L’impegno del comune è risaputo ed è anche stato ribadito dal Sindaco Lepore (non si va oltre i 40 milioni già deliberati dalla Giunta Merola e accantonati in bilancio) e quindi anche tutto il resto dovrà essere a carico del club rossoblu o da un soggetto terzo che possa subentrare per gestire l’impianto.
Dall’altro canto la società felsinea – per bocca dell’AD Claudio Fenucci – non è più disponibile a farsi carico di 180 milioni di euro a fronte di un esborso ri-stimato in 220 milioni, contro i 110 preventivati all’origine del lungo e laborioso iter. A proposito dei costi lievitati, si legge sovente che la maggiore causa sia addebitabile al post pandemia da Covid, dimenticando i danni procurati dal “Bonus 110” risultato devastante per il settore edilizio e per le casse del Paese Italia. Altro che rilancio dell’edilizia.
Le alternative già indicate da Fenucci sono due: la costruzione di uno stadio ex novo o un adeguamento dell’attuale impianto attraverso un accurato restyling che possa rendere l’area più confortevole e usufruibile anche extra calcio. Però, non è chiaro se nella testa di Saputo e Fenucci si pensi ad un’operazione restyling prevedendo anche propri investimenti o un’operazione assoggettata unicamente al finanziamento preventivato dal comune.
D’altronde l’impianto è di proprietà comunale e deve essere preservato in quanto patrimonio tutelato dallo Stato per la sua valenza storico architettonica. Un aspetto è certo. La recente visita a Bologna del ministro dello Sport Andrea Abodi, ha chiarito la posizione del Governo: i fondi governativi destinati agli stadi non saranno a fondo perduto, come già successe con Italia 90.
I finanziamenti saranno erogati sotto forma di prestiti, eventualmente sostenuti dal Credito Sportivo. Morale. Bene fece la città di Firenze a salire sul carro PNRR (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), che è tuttavia un finanziamento, né più né meno. Ma almeno la ristrutturazione dello stadio “Artemio Franchi” è già quasi una realtà.