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·14 de outubro de 2025

CorSport – Napoli, Conte vuole ritrovare la solidità difensiva: i numeri

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In crescita la fase offensiva, ma in difesa…

Il Napoli è primo in campionato insieme con la Roma, è nel gruppone delle tredici squadre della classifica Champions con 3 punti in compagnia di Barça, Liverpool, Atletico, Chelsea e Atalanta, e soprattutto continua il suo percorso di crescita con una gestione finora molto positiva del doppio impegno: ha sempre vinto dopo le coppe. Da non trascurare un altro punto d’interesse estremo della stagione precedente: tangibile è la crescita in fase realizzativa, in concretezza. Esempio pratico: riferendosi alla Serie A, detiene il secondo attacco con 12 gol fatti, 5 più della Roma stessa e 5 meno dell’Inter, primatista di specialità in classifica. Il Napoli, sul mercato, ha trovato quel che cercava: più reti e maggiore impatto offensivo; e ogni riferimento a Hojlund, De Bruyne e allo stesso Lucca, autore di un colpo fondamentale dalla panchina contro il Pisa, non è assolutamente casuale. Bene. Ma poi c’è un altro aspetto, un altro argomento sollevato da Conte: «Non dobbiamo perdere quella sana paura di subire gol, quella che ti fa correre all’indietro». Una frase che traslitterata suona pressapoco così: bisogna ritrovare quell’attenzione in fase difensiva che una stagione fa ha permesso al Napoli di vincere il campionato nonostante il sesto attacco e di chiudere con la miglior difesa dei cinque tornei top d’Europa. I numeri non tradiscono: 9 reti subite in 8 partite, di cui 6 in 6 giornate di campionato, e settima difesa della Serie A. Ma non tradiscono anche i dati: tra Italia e Champions, Conte non ha mai potuto schierare dall’inizio la linea ritenuta più titolare. Anzi: soltanto una volta, contro il Cagliari, ha avuto la possibilità di contare su quasi tutti gli effettivi del reparto, nove su dieci ad eccezione di Gutierrez; e soltanto per 27 minuti, dopo l’ingresso di Buongiorno, ha potuto esibire il poker ideale con Di Lorenzo, Rrahmani e Spinazzola. Guarda caso, al 95’, fu proprio Buongiorno a invitare Anguissa al gol: 1-0. Fu quello anche l’ultimo clean sheet.

Un anno fa, senza Champions, il Napoli contava già quattro clean sheet nelle prime 6 giornate di campionato, con 4 gol subiti: 3 tutti d’un fiato a Verona, uno contro il Parma su rigore. Stop. Oggi la storia è diversa, nonostante le cinque vittorie e il primato condiviso: 6 reti subite in altrettante partite, però meglio, cioè peggio distribuite; 2 con Milan e Pisa, una con Fiorentina e Genoa. Porta blindata soltanto ad agosto, al Mapei con il Sassuolo in apertura e con il Cagliari al Maradona: saranno 49 giorni sabato a Torino. Contando anche la Champions, e al netto delle incredibili difficoltà create dall’inferiorità numerica contro il City a Etihad, sono 9 i gol incassati dal Napoli in 8 partite: 2 a Manchester, uno in casa con lo Sporting Lisbona. L’alternanza sistematica dei portieri, quattro volte tra i pali ciascuno, non ha inciso minimamente in negativo: bene precisarlo e aggiungere il dato degli xG contro, pari a 6,36. Identità quasi perfetta con i gol. I problemi, oltre a qualche inevitabile defaillance individuale, riguardano più che altro l’interpretazione di squadra della fase di non possesso. Tanti tiri concessi: 63 contro i 52 dell’ Inter, i 58 della Roma, i 57 del Milan; 94 contando la coppa, di cui ben 23 dal City in inferiorità. E ancora: registrati inusuali cali di attenzione nei finali di Firenze, sul 3-0, e contro il Pisa, sul 3-1; e iniziali contro il Genoa e soprattutto il Milan. Con una grande attenuante: a Milano, facendo anche i conti con l’arrivo dello Sporting, Conte fu costretto a varare una linea inedita con Di Lorenzo, Marianucci, Juan Jesus e Gutierrez. Due debuttanti assoluti: Marianucci e Guti. Assenti: Rrahmani, Buongiorno, Olivera, Spinazzola.


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San Siro è il manifesto dell’emergenza che il Napoli vive sin dalla prima sosta, quando a uscire dai giochi per un infortunio rimediato con il Kosovo fu Rrahmani. Forse il grande joystick della difesa, il gigante tra i giganti: non gioca dal Cagliari, salterà il Torino e il Psv e ha messo l’Inter nel mirino. Contro il Toro, a casa sua, tornerà però Buongiorno; almeno tra i convocati. E di questi tempi è già qualcosa.

Carlo Gioia

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