Mercato Inter, la scelta di abbandonare un profilo ‘alla Lookman’ si è rivelata corretta? La riflessione del CorSport | OneFootball

Mercato Inter, la scelta di abbandonare un profilo ‘alla Lookman’ si è rivelata corretta? La riflessione del CorSport sull’attacco nerazzurro

Nelle settimane successive alla chiusura del calciomercato estivo, un tema dominava le discussioni in casa Inter: la mancanza di un attaccante capace di creare superiorità numerica saltando l’uomo. Un profilo che la dirigenza meneghina aveva identificato nell’attaccante nigeriano dell’Atalanta, Ademola Lookman, ma il cui affare non si è mai concretizzato. Questa assenza, inizialmente vista come una potenziale lacuna, si sta invece rivelando un’opportunità colta al volo.

La Scelta Coraggiosa della Dirigenza

Una volta sfumata la pista che portava a Lookman, come analizzato dal Corriere dello Sport, il club di Viale della Liberazione ha preso una decisione strategica precisa: abbandonare la caccia a un “dribblatore” per dare piena fiducia ai giovani talenti già in rosa. La scelta è ricaduta sul tandem composto da Pio Esposito, prodotto del vivaio nerazzurro, e il francese Ange-Yoan Bonny, arrivato in estate dal Parma. L’inserimento di un altro profilo offensivo avrebbe inevitabilmente limitato il loro spazio e rallentato il loro percorso di crescita.

Una Scommessa che Paga Dividendi

Oggi, a distanza di alcuni mesi, questa mossa si sta dimostrando vincente. Nelle occasioni in cui sono stati chiamati in causa, sia Esposito che Bonny hanno risposto presente, dimostrando di poter reggere il palcoscenico della Serie A e di essere alternative più che valide ai titolari, Lautaro Martínez e Marcus Thuram. Hanno garantito freschezza e qualità senza far rimpiangere gli assenti.

Inoltre, il rendimento complessivo del reparto offensivo della squadra di Cristian Chivu smentisce la necessità di un giocatore con quelle specifiche caratteristiche. L’attacco nerazzurro continua a produrre gol e occasioni con impressionante regolarità, dimostrando un’efficacia che non dipende dal singolo uno contro uno. Di fronte a questi risultati, la domanda sorge spontanea: serve davvero ancora quel famoso “dribblatore”? La risposta, per ora, la sta dando il campo.