Calcio e Finanza
·06 de novembro de 2025
San Siro, tempi stretti e partecipanti all'asta: ecco su cosa indagano i pm

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·06 de novembro de 2025

Dalla giornata di ieri lo stadio di San Siro è ufficialmente di proprietà di Inter e Milan, così come le aree limitrofe dove di fatto sorgerà il nuovo impianto. In questo modo, si eviterà lo scatto del vincolo sul secondo anello, fissato per il 10 novembre. Ma se i due club esultano per il traguardo raggiunto, gli ostacoli non mancano.
La Procura di Milano ha aperto un fascicolo ipotizzando come l’intera operazione sia avvenuta sulla base di un bando, indetto dal Comune di Milano, su misura. Come riporta l’edizione milanese de La Repubblica, tutto è partito dalla testimonianza del producer musicale Claudio Trotta, che sarebbe di fatto stato escluso dalla partita su San Siro, che nei suoi piani sarebbe potuto diventare il polo principale dei concerti ed eventi musicali in Italia. Nel dettaglio, i magistrati stanno indagando per «turbata libertà del procedimento di scelta del contraente». Il loro obiettivo è quello di approfondire il documento del 24 marzo 2025 con il quale il Comune ha lanciato un «avviso pubblico» sul Meazza. Un’operazione puramente speculativa, è l’accusa degli oppositori.
Ripercorrendo a ritroso l’intera vicenda, l’avviso del Comune arriva in seguito all’offerta presentata da Inter e Milan per l’acquisto dello stadio Meazza e per le aree limitrofe nel quartiere an Siro e invita chi ha «proposte migliorative» a farsi avanti entro il 30 aprile, con una scadenza fissata 37 giorni dopo la pubblicazione. Un lasso temporale insufficiente per presentare una proposta su un’area così vasta, come sostengono diverse parti in causa, compreso Trotta. Infatti, il dubbio è che questo avviso escluda altri potenziali partecipanti per i suoi stringenti parametri, visto che non si tratta “solo” di un’operazione sullo stadio ma su un intero pezzo di quartiere.
Nel panorama delle opposizioni a questa operazione, che sono sì negli ambienti politici ma non solo, entra anche l’operazione con cui il fondo canadese Brookfield ha acquistato il 26% rimanente di Oaktree, il fondo USA che controlla l’Inter da quando Suning non ha ripagato il prestito concesso. Brookfield è una multinazionale che si occupa anche di investimenti nell’immobiliare, e da qui si alimentano i sospetti di come il bando fosse stato redatto per far sì che i club ottenessero il via libera più velocemente possibile e senza incontrare competitor sulla propria strada.
A indagare sono la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano con i pm Giovanna Cavalleri e Paolo Filippini, ai quali si è aggiunto il collega Giovanni Polizzi, che da tempo ha il dossier legato alla proprietà del Milan sulla propria scrivania. Le indagini sono del nucleo Pef della Guardia di Finanza. A dare impulso all’inchiesta, anche le chat emerse questa estate nell’ambito della maxi inchiesta sull’urbanistica. Gli indagati, tra loro, parlavano anche del nuovo stadio.
«Facciamo noi un bel bando internazionale di riutilizzo dello stadio e rigenerazione dell’intorno. Secondo me viene una figata», scriveva nel 2023 il direttore generale del Comune Christian Malangone. «Sullo stadio ci sono maggiori interessi….però sono solo mie sensazioni», commentava un anno prima l’allora assessore Giancarlo Tancredi, presente in Consiglio comunale durante la votazione della delibera e uno dei maggiori oppositori.
Come detto, ieri in Procura è stato sentito Trotta. Ha raccontato di aver incontrato il sindaco Giuseppe Sala e il dg Malangone. «Ho portato un interlocutore, la Sm Global. Abbiamo detto: vogliamo un bando pubblico e parteciperemo». Ma il sindaco «ha fatto un avviso di interesse pubblico che non era un bando. E si parlava di un’area per fare operazione immobiliare». Un bando su misura? «Io non ho nessuna prova – frena Trotta – il problema dei bandi è che molto spesso vengono scritti ad hoc». E poi: «Non vi pare strano che di fronte a cinque anni di trattative, ci siano stati solo 37 giorni per una proposta alternativa?».
Dal lato del Comune trapela la massima convinzione di aver seguito tutte le regole e che quindi il rogito ponga fine alla proprietà del Meazza. Di conseguenza, Trotta sarebbe stato messo nelle condizioni di fare una proposta che non c’è mai stata. Tranquillità che c’è fra i club, come ammesso anche dal presidente del Milan, Paolo Scaroni: «Mi sembra astronomicamente lontano da una tempesta giudiziaria, è un venticello».









































