Juventusnews24
·09 de novembro de 2025
Yildiz, stanchezza nel derby? I numeri dicono tutt’altro… E anche Spalletti conferma la sua idea sul numero 10: la verità dietro alla sua prestazione

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·09 de novembro de 2025

Il primo Derby della Mole di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus ha avuto un protagonista, al di là del risultato finale. Kenan Yildiz ha provato ad essere il faro offensivo dei bianconeri, disputando 84 minuti di intensità.
Analizzando i numeri della sua prestazione, emerge un quadro chiaro: l’attacco della Juve è passato tanto dai suoi piedi. Il fantasista turco classe 2005 è stato il principale creatore di pericoli insieme a Conceicao. Ha servito ai compagni ben 4 passaggi chiave e, soprattutto, ha creato una grande occasione da gol. Non solo: ha tentato 4 cross, facendone arrivare a destinazione la metà (2). Con 63 tocchi palla e un’ottima precisione nei passaggi (89%), è stato il centro nevralgico della manovra offensiva.
Oltre a creare, Yildiz ha provato a concludere in prima persona. Ha cercato la porta in 4 occasioni: 2 dei suoi tiri hanno centrato lo specchio (con un Goal Attesi su Tiri in Porta, xGOT, di 0.37), mentre gli altri 2 sono stati respinti dalla difesa granata. La sua volontà di spaccare la partita è testimoniata anche dai 5 dribbling tentati (3 dei quali riusciti).
Questa enorme mole di gioco offensivo ha avuto un costo inevitabile: 15 palle perse e 4 tocchi falliti. Un dato che, seppur elevato, è la diretta conseguenza di un giocatore che non si è mai nascosto, che ha preso l’iniziativa e che ha costantemente cercato la giocata decisiva, subendo anche 1 fallo.
La Vecchia Signora sta ritrovando certezze con la “cura Spalletti”. La prestazione di Yildiz nel derby è la conferma che la strada per la rinascita passa dalla sua classe. La Juve si aggrappa al suo numero 10, il faro tecnico che illumina la nuova era. Lo stesso Spalletti, in conferenza stampa, ha parlato così del numero 10: «L’ho fatto rigiocare essendo affaticato però lo faccio rigiocare, lo tengo lì. Gli dico ‘Stai tranquillo che l’allenatore ti vede bene’».
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