PianetaSerieB
·14 ottobre 2025
(C)i siamo anche noi – Gennaro Esposito, la gemma del Giugliano

In partnership with
Yahoo sportsPianetaSerieB
·14 ottobre 2025
Un nuovo percorso editoriale, un itinerario con tante tappe alla scoperta di una categoria vasta, profonda, variegata ma – probabilmente – poco valorizzata dalla stampa e da chi desidera approfondire l’offerta del calcio italiano, staccandosi dalla lucentezza delle stelle e perdendo un po’ di quota per cercare in altre lande di terra il sapore del futuro. Il riferimento è alla Serie C e a tutto ciò che ha può offrire. In una vita precedente serbatoio dello Stivale, oggi il terzo livello del professionismo del Belpaese boccheggia tra le difficoltà di un discorso che tocca punti che vanno al di là di questa sede. Il trait d’union tra il passato e il presente, con sguardo rivolto al domani, è però la presenza di talenti che meritano visibilità, fiducia e possibilità. Cominciamo questo viaggio con Gennaro Esposito.
Classe 2007 del Giugliano, gemma del settore giovanile del club militante nel Girone C (dov’è arrivato nell’annata 21/22), è la più bella notizia – probabilmente l’unica – del tormentato inizio di stagione dei Tigrotti, in procinto di cambiare nuovamente allenatore dopo aver già salutato Gianluca Colavitto, sostituito dall’oramai debilitato Mirko Cudini, che dopo una sola vittoria in sette partite ha salutato quest’oggi una piazza tanto rattristata dal corso degli eventi quanto desiderosa di una nuova alba (che sarà ingenerata inevitabilmente da chi siederà in panchina), questa volta contraddistinta da serenità.
In questo ginepraio di problemi, Esposito ha raccolto le prime 6 presenze da professionista della sua carriera, messo a referto un assist e mostrato un bagaglio sicuramente interessante. Calciatore indiscutibilmente talentuoso, fa dell’estro e della tecnica le sue armi più affilate. Un’aristocrazia nelle scelte, quella di Esposito, che il ragazzo declina con giocate a effetto: colpi di tacco, utilizzo della suola, ricerca del dribbling, doti che la meccanicizzazione del fútbol attuale ha portato, purtroppo, a un inesorabile dissolvimento.
Esposito in queste leggi non si rivede, ma la sua non è assolutamente considerabile un’intelaiatura anarchica: profilo che si associa, si sacrifica e incide in entrambe le fasi (non è assolutamente inusuale vederlo spendersi nella propria metà campo), i suoi meriti sono dunque amplificati da un atteggiamento che è parso sin da subito impeccabile.
L’elencazione degli elogi va chiaramente ammorbidita dall’attesa di ciò che sarà, e da una continuità che dovrà essere il tratto distintivo del suo immediato futuro. Quando il tempo è un alleato così tangibile bisogna impegnarsi per crescere in ogni aspetto del gioco e della conoscenza di sé (a tal proposito, un potenziamento atletico per reggere i ritmi del grande calcio, la dimensione che va augurata a un profilo dalla prospettiva così ragguardevole, è auspicabile). Il Giugliano, ora fagocitato dalle insicurezze, ha un’intensa sorgente di luce: che i Tigrotti non ne disperdano i lumen.