Garbato, ma non troppo – Altro che riforma, la proposta di Gravina è un pericolo mortale per la Serie B | OneFootball

Solo due promozioni e due retrocessioni, per contrastare i fallimenti in Serie C limitando un turnover di squadre reputato eccessivo. Questa la proposta di riforma del calcio italiano allucinante del presidente della FIGC Gabriele Gravina che impatterebbe in misura clamorosa sulla Serie B. Un’idea talmente illogica da destare stupore misto a frustrazione in chiunque la ascolti.

Attualmente la cadetteria è uno dei campionati più imprevedibili d’Europa, caratterizzato da una classifica cortissima e da conseguenti cambi di scenario improvvisi per quanto riguarda gli obiettivi delle squadre. Fino all’ultima giornata la stragrande maggioranza delle squadre è in lotta per qualcosa e ciò rende i turni finali un successo di pubblico sia sugli spalti che in televisione. Per non parlare dei playoff, che hanno le loro criticità ma prolungano la stagione e godono di grande visibilità.

Dopo anni di grande impegno per caratterizzare e valorizzare la Serie B, ecco come in una sola mossa si sradicherebbe tutto. Lo spettacolo intrinseco del torneo, ma anche e soprattutto gli investimenti stessi delle squadre che di anno in anno tendono ad alzare il livello. Con tantissime possibilità in meno di andare in Serie A difficilmente si vedrebbero 7-8 squadre partire con l’obiettivo di fare il salto come adesso accade. Con le retrocessioni dimezzate in molte si sentirebbero tranquille anche rafforzando molto meno il proprio organico.

Un suicidio sportivo ed economico, che non risolve nessuno dei problemi strutturali del calcio italiano ma limita pesantemente quegli aspetti che rendono la Serie B unica. Impensabile e preoccupante anche soltanto che se ne discuta.