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Bologna Sport News

·18 novembre 2025

La sosta per le Nazionali: dal fallimento Italia alla riscoperta degli sport “alternativi”

Immagine dell'articolo:La sosta per le Nazionali: dal fallimento Italia alla riscoperta degli sport “alternativi”

Settimana di sosta per il campionato che lascia spazio alle Nazionali: momento buono per dedicarsi agli altri sport ma anche per assistere al fallimento Azzurro

La seconda pausa di campionato mi ha permesso di godere una domenica di sport alternativo. Diverso – se mi è permesso dire – in quanto quelli come me, ammalati del calcio nostrano, si sentono un po’ orfani delle gesta dei nostri rossoblù, molti dei quali peraltro impegnati con le rispettive Nazionali.


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Pausa Nazionali, MotoGP protagonista: Bezzecchi sugli scudi

Alternativa rappresentata, per quanto mi riguarda, dalla MotoGP, dal Tennis e in ultimo dalla Nazionale. Detto che la coppa del circo motoristico su due ruote era già stata assegnata all’infortunato Marc Marquez, protagonista assoluto del nostro team ufficiale Ducati, a Valencia mi aspettavo una rivalsa del nostro Checco Bagnaia, ma evidentemente l’annata negativa – pari a quella dello scorso anno – l’ha perseguitato fino all’ultimo appuntamento stagionale.

Inguaiato in mezzo alla ghiaia ed epilogo dedicato al riminese ventisettenne Bezzecchi, che si porta a casa – con la sua Aprilia – il terzo GP della stagione davanti al compagno di scuderia Fernandez e all’altro italiano Fabio Di Giannantonio su Ducati, sponda Pertamina Enduro VR46 Racing Team, quello di proprietà di un certo Valentino Rossi.

Vedere una gara di Motogp quando i giochi sono già cristallizzati può apparire secondario, ma gratifica vedere i nostri campioni italiani battersi “ruota a ruota” contro gli spagnoli, che si portano a casa i primi due podi: con Marc Marquez davanti al fratello Alex (team Gresini). Eppoi il nostro Bezzecchi a precedere Acosta. Bagnaia chiude al quinto (e sono già aperti gli interrogativi sul futuro in Ducati), Di Giannantonio al sesto.

Dal trionfo di Sinner alla debacle degli Azzurri

Poi il tennis mondiale con Alcaraz-Sinner all’APT di Torino: match bestiale fra il numero uno e il numero due al mondo, chiuso dal tennista altoatesino in due set, 7-6, 7-5, con giocate spettacolari alternate a errorucci veniali, da una parte e dell’altra, come dire, non sono perfetti ma perfettibili, proprio come il nostro Bologna, che tornerà in pista domenica prossima contro l’Udinese, con una rosa rimaneggiata causa il rifiorir di infortuni. Ma di questo ne parleremo ampiamente nei prossimi giorni.

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Dal trionfo di Sinner alla debacle degli Azzurri (Ansa Foto) – BolognaSportnews

Veniamo alla Nazionale di Rino Gattuso. Sapevamo che la qualificazione diretta ai prossimi Mondiali di Canada, Messico e Stati Uniti d’America, non era più possibile. La differenza reti realizzate con la Norvegia (37 contro i 21 degli azzurri) non ci permetteva di raggiungere la prima posizione, qualora gli Azzurri avessero vinto a Milano.

Indi per cui i play off di marzo erano già assodati. Giovedì prossimo conosceremo i sorteggi di questa ulteriore turnata. Tuttavia, all’occhio del tifoso, stride vedere i nostri Azzurri prima dominare eppoi sciogliersi nelle pozzanghere del “Meazza” (della serie piove sul bagnato) davanti ad una squadra apparentemente arrivata in loco per vivacchiare sugli allori, con il primo posto già acquisito nel Gruppo I. L’Italia chiude queste qualificazioni con 6 vittorie e 2 sconfitte, queste ultime subite proprio dalla Norvegia di Solbakken (3-0 all’andata sotto la gestione Spalletti, 4-1 al ritorno).

Italia e quel ricordo sbiadito dei campioni del passato

Il match contro la Norvegia di Haaland, Nusa e del nostro Heggem, ha messo in evidenza come il nostro calcio sia fragile e privo della verve di un tempo, che gli ha permesso di vincere quattro campionati mondiali. Sull’1-0 per i nostri Azzurri, grazie alla realizzazione di San Pio Esposito di Castellammare di Stabia, appena 9 km da Torre Annunziata, patria di Ciro Immobile, si è vista anche una bell’Italia, ma poi l’acqua torrenziale ha agevolato la maggiore fisicità dei Vichinghi lasciando al palo una squadra con evidenti limiti congeniti, specchio di una tradizionale ormai assopita.

La realtà è che il calcio italiano si è sempre seduto sugli allori, l’ultimo in ordine cronologico la vittoria dell’Europeo 2020, giocato nel ’21 per via dell’epidemia Covid. Un Europeo peraltro vinto fortunosamente e sulle ali dell’entusiasmo portato nel Club Azzurro da Roberto Mancini e dal compianto Gianluca Vialli, più di un semplice capo delegazione.

Serve poco voltarsi indietro e cullarsi nei ricordi dei grandi campioni del passato. Pirlo, Del Piero, Totti, Belotti, Toni, i Cannavaro e i Bonucci, giusto per citarne alcuni, non ci sono più, e serve men che meno pensare all’era precedente dei vari Maldini, Baresi, Costacurta e Tassotti, tanto per incensare quello storico Milan, senza dimenticare Vieri e compagnia bella. All’Italia manca un “architetto capace di costruire bellezza” afferma Furio Zara alla Domenica sportiva. “L’ultimo degli architetti visti in Azzurro”. È proprio così…

Insuccessi del calcio italiano: c’entra anche la “sentenza Bosman”

Le ragioni che portano agl’insuccessi del calcio italiano sono risapute: se ne parla da anni e ogni qualvolta arriva il tonfo riprendiamo fuori le stesse argomentazioni, a cominciare dalla titolarità dei nostri ragazzi nei club di appartenenza. Frattesi, Pio Esposito, Locatelli, Gabbia, Bellanova, Cambiaso, Ricci, Scamacca, Raspadori, non sono titolari inamovibili nelle loro squadre, come lo erano i campioni sopracitati.

Obietterete che la quantità industriale di partite giocate annualmente (causa anche i format delle coppe rivisitati per permettere maggiore monetizzazione) porta appunto l’azzeramento di fatto del “ruolo inamovibile” a favore di un più ampio turn over.

Obiezione condivisa, ma aggiungo che il tesseramento (eccessivo) di giocatori comunitari ed extra comunitari non aiuta la cresciuta del “Made in Italy”. L’effetto della cosiddetta sentenza Bosman è stato devastante. Oltretutto il calcio a livello mondiale è enormemente cambiato e la nostra organizzazione non è riuscita ad adeguarsi al cambiamento.

Più esattamente la geopolitica del calcio mondiale è cambiata e con esso i format europei e mondiale. In tema proprio con i Mondiali, le recenti assegnazioni della prestigiosa manifestazione permetteranno un’ulteriore crescita esponenziale di paesi extra europei, dal calcio africano a quello asiatico, per finire a quello americano, sempre più fervido di atleti protagonisti anche in Europa. Dopo Qatar 2022, ricordo che i Mondiali 2034 si giocheranno in Arabia Saudita. Qualcosa vorrà pur significare.

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