Stankovic avverte: «Aleksandar? Lui è un giocatore migliore di me. Esonero? Può succedere anche a…» | OneFootball

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Inter News 24

·16 ottobre 2025

Stankovic avverte: «Aleksandar? Lui è un giocatore migliore di me. Esonero? Può succedere anche a…»

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Stankovic avverte. Il tecnico dello Spartak Subotica ed ex leggenda dell’Inter, ha parlato del figlio Aleksandar e delle sue qualità

Dejan Stankovic, ex centrocampista dell’Inter e attuale allenatore dello Spartak Subotica, ha rilasciato un’intervista al portale serbo Kurir in cui ha parlato del debutto in nazionale del figlio Aleksandar Stankovic, classe 2005, e della sua attuale situazione sulla panchina del club serbo.

SUL DEBUTTO DI ALEKSANDAR IN NAZIONALE«Mi ha detto di comportarmi bene, e che prima di indossare la maglia, di guardare lo stemma della Serbia e di metterlo sempre davanti al cognome».


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L’EMOZIONE DI UN PADRE«Domande sempre più difficili, una più dura dell’altra… Cosa avrei potuto dirgli prima della partita, quando lui è un giocatore migliore di quanto lo fossi io alla sua età? Non so nemmeno se ho avuto più agitazione ora, per la sua partita, o quando giocavo io. Ricordo l’anno 1999 e le partite contro la Croazia. Erano di enorme importanza, per un milione di motivi. Ma questa di Ale adesso… Ho visto da qualche parte la dichiarazione di Piksi che dice: “Aleksandar ha sempre tre soluzioni”. Io penso addirittura che ne abbia cinque. Dire che sono orgoglioso di lui è dire poco».

SULLA SUA POSIZIONE A RISCHIO IN PANCHINA«La stessa cosa può succedere a Cristian Chivu all’Inter, a Igor Tudor, a Simone Inzaghi… È normale. Il problema è solo che nei media della mia sostituzione ne parlano gli anonimi. Nessuno sa chi siano quelle persone. Mi piace dire di loro che sono dei “no name”, gente senza nome. E se avessi paura dei passeri, porterei una fionda in tasca. Di certo non saranno loro a sostituirmi. Si sa bene chi ha in mano il coltello e il pane. Ma per essere completamente sincero, non ho alcun problema nemmeno con l’essere sostituito. L’ho detto chiaramente e ad alta voce ai dirigenti del club».

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