Prisco racconta l’Inter, ricordi familiari e aneddoti su Herrera: le parole nell’intervista sul passato | OneFootball

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·26 settembre 2025

Prisco racconta l’Inter, ricordi familiari e aneddoti su Herrera: le parole nell’intervista sul passato

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Prisco svela gli insegnamenti del padre Giuseppe e le curiosità legate all’epoca di Helenio Herrera negli spogliatoi nerazzurri

In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Luigi Maria Prisco, figlio dello storico dirigente nerazzurro Giuseppe Prisco, ha condiviso ricordi personali legati all’infanzia, alla passione trasmessa dal padre e ad alcuni episodi che hanno segnato la storia dell’Inter e della nostra Serie A.

Ecco i passaggi più significativi:


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  • DEDIZIONE – «Per decenni abbiamo difeso l’Inter senza chiedere mai un soldo, né per le parcelle né per le spese». Luigi Maria Prisco sottolinea il legame indissolubile della famiglia con i colori nerazzurri, un impegno portato avanti con orgoglio e senza interessi economici.
  • INTERISMO – «Come mi ha fatto diventare interista? Il problema non si è posto. Lui, nella mia infanzia, non mi parlava mai delle altre squadre, della cui esistenza appresi a scuola, in prima elementare. Quando gli chiesi del Milan e della Juve, rispose: “Lascia stare, quelli non contano niente”. Era astuto». Un ricordo che evidenzia come l’attaccamento all’Inter fosse qualcosa di naturale e inevitabile.
  • ALLENATORI – «L’allenatore preferito negli ultimi anni era Gigi Simoni, ma più di tutti aveva ammirato Helenio Herrera, anche se con il Mago c’erano stati contrasti per via delle spigolosità caratteriali». Un pensiero che ribadisce il rispetto per figure di spessore che hanno scritto pagine importanti della storia del club.
  • ANEDDOTO – «Si sedette accanto a Herrera. A un certo punto il Mago fece entrare Jair e mio padre si fece il segno della croce, chiedendo: “Ma Jair di quale religione è?”. Herrera, sfregandosi le dita, rispose: “Della mia, quella del dinero”». Un episodio che racconta il pragmatismo e l’ironia del tecnico argentino.
  • PRESTIGIO – «Herrera andò da Angelo Moratti, presidente dell’Inter di allora, a chiedere il doppio dell’ingaggio del giocatore più pagato perché, diceva, in spogliatoio doveva avere prestigio. Moratti padre non batté ciglio e lo accontentò». Una dimostrazione di come il Mago sapesse imporsi anche fuori dal campo.

Questi racconti offrono uno spaccato unico sulla figura di Giuseppe Prisco, simbolo di dedizione assoluta ai colori nerazzurri, e sulla capacità di uomini come Herrera di lasciare un’impronta indelebile con carisma, disciplina e una forte dose di ironia.

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